COME I MEDIA COSTRUISCONO LE PSYOP
Le psyop
sono operazioni psicologiche volte a modificare atteggiamenti e comportamenti, al fine di raggiungere un determinato obiettivo politico o militare.
1) PRIMO COLPO
La prima regola per innescare una psyop è parlare per primi di un argomento dando la propria interpretazione dei fatti (
1,
2,
3). Ciò consente di associare a quei fatti una determinata interpretazione, e chi in futuro parlerà dello stesso evento non potrà esimersi dal dare la propria opinione sulla versione proposta inizialmente, che in un modo o nell'altro per considerata
l'opzione di default per trattare il problema. Il vero scopo di parlare per primi però è quello di innescare una
cascata di informazioni, portando le persone che si esprimono sull'argomento a
concordare con la versione dei fatti dei media per non subire pressioni sociali.
Esempio: parlare della siccità associandola subito al cambiamento climatico, così da condizionare tutto il dibattito successivo.
2)
SIMULTANEITÀ
Tutti i media e tutti gli influencer parlano della cosa con posizioni altamente schierate, distorcendo i fatti con le ideologie e la politica, ed
assumendo tutti la stessa opinione. Durante la farsa pandemica e la guerra in Ucraina fin da subito è esistita l'unica versione del pensiero unico, e tutti i cambiamenti di opinione (ad es. da "il vaccino immunizza" a "il vaccino previene solo l'ospedalizzazione) sono stati orchestrati simultaneamente, così da non lasciare nessuno indietro. Il dissenso in tv viene fatto esprimere solo in modo controllato, come ad esempio Orsini e
Rovelli contro la guerra in Ucraina, o qualche medico sospeso a cui vengono dati
solo 2 minuti di parola. La simultaneità serve per far credere che
non esistono altri modi di pensare alla faccenda e che si tratta di un'emergenza, perché ne parlano proprio tutti.
3) BUTTARE L'AMO
Il sistema non sa a priori quale argomento sarà in grado di suscitare l'isteria di massa tipica del covid. Una psyop riuscita come quella del covid è l'eccezione e non la regola, e la maggior parte dei tentativi è destinata a fallire. L'unica cosa che possono fare è cercare di applicare le precedenti strategie con ogni singolo argomento, e poi utilizzare l'IA e analisti umani per
studiare la reazione della popolazione. In base a quest'ultima vedranno se è opportuno continuare oppure lasciar decadere la cosa, perché ogni psyop è un investimento di denaro, in quanto i propagandisti vanno pagati, e se non si hanno i risultati sperati occorre lasciar decadere quell'argomento. Perché l'obiettivo della stampa non è informare, ma spingere le persone ad aderire all'agenda del WEF sono disposti a usare di tutto:
siccità,
affitti,
insetti,
aggressioni e virus vari (
1,
2,
3).
4) EMOTIVIZZAZIONE
Le psyop soprattutto nelle prime fasi sono instabili e facilmente smascherabili, per cui il giornalista presenta l'informazione in modo che abbia un
impatto emotivo (
esempio della strategia), si cerca di coinvolgere attivisti, spesso giovani, il cui compito è spegnere
il sistema del ragionamento e muovere le corde emotive, e se riescono in questo intento la psyop diventa refrattaria all'evidenza. Il meccanismo è quello della
chiave e della serratura: l'ideologia (chiave) proposta dalla psyop soddisfa bisogni emotivi idiosincratici (serratura) della persona suscettibile, così che il soggetto inizia a
difendere la psyop per difendere il meccanismo attraverso il quale soddisfa i propri bisogni emotivi. Per questo non tutte le psyop funzionano con tutti, e il continuo bombardamento mediatico volto a creare nuove psyop ha il secondo effetto di
promuovere divisione sociale, anche all'interno del movimento di resistenza al regime.
CONCLUSIONI
Queste che vi ho proposto sono mie personali riflessioni, ma si basano su alcuni risultati provenienti dalla psicologia sociale e della comunicazione. Per ovvi motivi non c'è un settore accademico aperto al pubblico sulla psicologia delle psyop, però ritengo che queste tecniche giornalistiche siano palesi e sotto l'occhio di tutti.
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