CALENDARIO CELTICO DEGLI ALBERI
Questo libro ci introduce in un'epoca magica quando era la Sacra Natura a dettare il ritmo astrologico delle stagioni.
Per i celti le foreste erano cattedrali e gli alberi sacri sedi delle energie e delle forze delle divinità. Gli alberi infatti sono i custodi della Vita e dello Spirito.
Avevano una profonda venerazione e un grande rispetto per il mondo vegetale, ecco perché vivevano in armonia con la natura rispettando lo Spirito divino presente in ogni cosa.
Gli alberi assumono nella tradizione celtica una grande importanza: rispettati e riveriti in quanto rappresentanti più evoluti del mondo vegetale, il loro simbolismo fu utilizzato anche per il calendario annuale, la divinazione, il linguaggio...
Il bosco sacro era il
Nemeton, un santuario dove gli Dei entravano in contatto con gli uomini.
Il calendario degli alberi è un importante eredità culturale tramandata dalla tradizione irlandese, dove ad ogni pianta è associata una lettera dell'alfabeto.
Secondo lo studioso
Robert Graves il calendario degli alberi corrispondeva alle 13 consonanti i cui nomi si trovano ancora nell'alfabeto irlandese dei nomi degli alberi. L'anno era lunare suddiviso in 13 mesi di 28 giorni, ed ognuno dei 13 mesi era assegnato un albero. In tutto 364 giorni che diventavano 365 con l'aggiunta del 23 dicembre ritenuto la vigilia del solstizio d'inverno, considerato giorno nefasto perché moriva l'anno, rappresentato dal
tasso, l'albero della morte.
Il giorno 24 era la rinascita del Sole, rappresentato dall'
abete rosso, l'albero del parto. I tre alberi con la vocale iniziale erano assegnati ai due equinozi e al solstizio d'estate.
La
ginestra l'equinozio di primavera; il
pioppo bianco l'equinozio d'autunno e l'
erica il solstizio d'estate.
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