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Lo studio che ribalta il dogma climatista: la CO2 non è la causa, ma l’effetto🛑
Correlazione non è causazione: l’aumento delle temperature causa l’aumento di CO2, non viceversa. Lo dicono gli stessi dati grezzi raccolti dalla climatologia “ufficiale”
“È nato prima l’uovo o la gallina?”. In ambito scientifico, è di fondamentale importanza stabilire sempre se sia nato prima l’uovo o la gallina, cioè quale sia la causa e quale l’effetto, in un dato fenomeno osservato, perché questo può fare tutta la differenza del mondo in termini di comprensione del fenomeno stesso ed eventualmente in termini di soluzioni, laddove questo si palesi come un problema per l’umanità e possa essere affrontato e risolto dall’uomo.
Uno dei casi in cui è quanto mai indispensabile discernere causa ed effetto è quello della teoria climatica oggi in voga, quella cioè che asserisce che il riscaldamento globale sia dovuto alle emissioni di gas serra (CO2 in primis ed altri gas) di origine antropica (cioè, originate dall’uomo) e specificatamente causate dall’utilizzo dei combustibili fossili. Partendo da un modello semplificato di assorbimento dei raggi solari da parte dei gas serra e assimilando la Terra a un corpo nero – modello invero estremamente rudimentale che non tiene conto di una miriade di fattori, primo tra i quali l’effetto delle nubi e, in generale, del vapore acqueo – questa teoria prevede infatti che la temperatura globale media GMT (
Global Mean Temperature) cresca come conseguenza della crescita della concentrazione in atmosfera dei gas serra, prevalentemente dell’anidride carbonica (CO2).
Rovesciato il paradigma
Ebbene, lo scorso settembre il professor
Demetris Koutsoyiannis dell’Università Tecnica di Atene, coadiuvato dai proff.
Antonis Christofides della medesima università,
Christian Onof dell’
Imperial College di Londra e
Zbigniew Kundzewicz dell’Università di Poznań,
hanno pubblicato un interessantissimo articolo scientifico dal titolo “On Hens, Eggs, Temperatures and CO2: Causal Links in Earth’s Atmosphere” che dimostra di là da ogni ragionevole dubbio che non è l’incremento di concentrazione della CO2 in atmosfera che provoca l’incremento della temperatura media globale ma è l’esatto opposto: è l’incremento della temperatura media globale che provoca l’incremento della concentrazione della CO2 in atmosfera.
Non lo fa attraverso differenti, arzigogolati o stravaganti modelli numerici alternativi a quelli “ufficiali” ma – udite udite! – utilizzando lo stesso insieme di dati sperimentali grezzi relativi alle temperature e alle concentrazioni di CO2 raccolti dalla climatologia “ufficiale”, analizzati però alla luce di una metodologia teorica statistica idonea a testare la bontà e l’esistenza di un nesso di causalità tra due processi.
Ebbene, per nessun valore di ritardo tra misure della concentrazione di CO2 e quelle corrispondenti della temperatura il coefficiente di correlazione “R” (NdR: coefficiente di correlazione: numero compreso tra 0 e 1 che esprime la misura della correlazione tra due insiemi di grandezze sperimentali, 0: “nessuna correlazione”, 1: “correlazione massima”) si discosta dal valore R = 0,01, cioè dal fatto che non vi sia praticamente alcuna correlazione tra i due set di grandezze.
Viceversa, facendo l’opposto, cioè, considerando le misure di temperatura come la causa e le misure di concentrazione di CO2 come l’effetto, prese con un certo tempo di ritardo, facendo variare opportunamente quest’ultimo per massimizzare la correlazione, è emerso che, prendendo le misure di concentrazione della CO2 sei mesi dopo le corrispondenti misure di temperatura, la correlazione tra le grandezze così considerate vale R = 0,75, numero che corrisponde a una correlazione più che buona tra i due set di grandezze.
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Ciò ci dice quindi in maniera inequivocabile che l’aumento di concentrazione della CO2 in atmosfera è l’effetto dell’aumento della temperatura media globale e non la sua causa.
Fonte
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