IL DISPREZZO IDEOLOGICO NO VAX
Avv. Angelo Di Lorenzo
Avvocati Liberi
Erano attese le motivazioni della sentenza del Tribunale di Perugia con cui veniva condannata una giornalista de
La Repubblica per diffamazione aggravata in danno di un magistrato definito NO VAX, fatto passare per parziale e ideologicamente orientato.
Ne avevamo già parlato 👉
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su studiocataldi.it👈, ma ora le motivazioni sono disponibili👉
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La giornalista ha invocato a propria difesa la "verità" del suo scritto ma l’istruttoria non solo ha smentito che il Giudice diffamato non si fosse sottoposto al vaccino anti covid-19 (informazione sensibilissima che non poteva essere in possesso dell’imputata) ma addirittura ha dimostrato la
falsità della qualifica di “persona di NO VAX” attribuita al magistrato: “
si tratta di una differenza non di poco conto tenuto conto del significato dispregiativo attribuito alle espressioni del comune sentire del momento di emergenza pandemica e, soprattutto, alla luce della definizione che la stessa testata giornalistica [ndr. LaRepubblica]
alla quale appartiene l'imputata aveva offerto della persona novax”, figura demonizzata ideologicamente, contraria a qualsiasi forma di vaccinazione, con licenza media, disoccupata e con disagio abitativo.
In altri termini, precisava il Tribunale che “
la persona non vaccinata non sempre coincide con una persona contraria alla vaccinazione”, ciò in quanto alla fine del 2021 si poteva evitare la vaccinazione per diversi motivi, non solo ideologici, ma anche perché, ad esempio, non si era soggetti all’obbligo legale, oppure si era affetti da patologie incompatibili con la somministrazione del vaccino oppure perché si godeva dell’immunità naturale per pregressa guarigione dal virus.
Dunque il Tribunale ha censuraro l’addebito di una ideologia in base alla quale il magistrato avrebbe assunto la decisione per favorire una sanitaria “no vax” anch’ella: “
si tratta di una illazione che getta discredito sulla figura del magistrato e che, dunque, non rende invocabile nel caso di specie la scriminante dell'esercizio del diritto di critica giudiziaria, prevista in generale dall'articolo 51 cod. pen.”, per il superamento del limite della continenza narrativa, connotata da espressioni che, in quanto gravemente infamanti e inutilmente umilianti, hanno trasmodato in una aggressione del magistrato.
Il Tribunale di Perugia, nel recuperare i principi espressi dalla giurisprudenza della CEDU e della Corte di Cassazione, ha demarcato la linea di confine del “
dissenso espresso all'operato altrui - che deve essere ampiamente consentito in una società democratica, soprattutto nei confronti di chi ricopre incarico funzioni pubbliche, e tra questi i magistrati -, il cui superamento provoca la lesione della reputazione dell'onore della persona attaccata…la critica non può trascendere le idee, esorbitare dalla ricostruzione dei fatti e giungere a fondare manifestazioni espressive che diventano aggressione personale di chi è portatore di una diversa opinione”, ledendo i requisiti imprescindibili di indipendenza e di autonomia della funzione giurisdizionale.
Allora, se è ammessa la critica innanzi a casi di negligenza e incapacità del magistrato, non lo è certamente ammessa laddove detta critica si incentri su accuse di partigianeria di matrice politica o ideologica - come l'essere NO VAX - e, quindi, attribuisca al magistrato un
deficit di imparzialità (intesa come il corretto atteggiamento del magistrato nei confronti di tutti i soggetti processuali) e di indipendenza (intesa come assenza di condizionamenti, rapporti o vincoli che possano influenzare l’esercizio della giurisdizione).
Ma tutto ciò il fanatico vaccinista non lo comprende, ritiene di aver reso un buon servizio e perciò appellarà invece di chiedere scusa.
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ALI - Avvocati Liberi
📣 🚨⚖️ CONDANNA ⚖️🚨 📣
Il Tribunale Penale di Perugia ha condannato una giornalista de La Repubblica per la diffamazione aggravata commessa in danno di un magistrato definito NO VAX e fatto passare per un giudice parziale e ideologicamente orientato per aver fatto il proprio lavoro decidendo, nel 2021, di reintegrare in servizio una infermiera non vaccinata.
Si tratta solo del primo grado di giudizio e siamo in attesa del deposito delle motivazioni della decisione, ma finalmente la campagna di disinformazione, di denigrazione e discriminazione condotta dal main stream contro il libero pensiero e l'onesto esercizio di pubbliche funzioni è stata arrestata.
Ora basta.
Sono i finiti i tempi in cui tutto era permesso, quando nessuno rispondeva di ciò che diceva o faceva.
Ora la musica cambia, non esiste più l'immunità di fatto, non c'è più superman, e quella che è stata la sua forza (odio e terrore) oggi è la sua krypto.
Dopo essere stato diffamato su un quotidiano a tiratura nazionale quale è La Repubblica, la riabilitazione sociale e professionale del Giudice diffamato meriterebbe la prima pagina su La Repubblica a titolo gratuito o a spese della condannata.
Ma questo non succederà mai, ed allora noi, nel nostro piccolo, senza alcuna pretesa di poter riabilitare il buon nome del Giudice diffamato con la stessa diffusione che La Repubblica ha dato all'offesa, facciamo quantomeno una corretta informazione di cronaca giudiziaria.
Massima condivisione.
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